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CORSO DI LAUREA IN SCIENZE UMANISTICHE

PEGASO 1965 – BOXMODE:

Indirizzo Grecista


ESAMI I ANNO DI CORSO

  1. Italiano lingua ufficiale obbligatoria [ grammatica]
  2. Greco classico [ grammatica]
  3. Latino classico grammatica
  4. Storia [ dalla preistoria all’era greco – romana]
  5. Filosofia [ la filosofia della Magna Grecia]


 

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE UMANISTICHE

PEGASO 1965 – BOXMODE:

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ESAMI III ANNO DI CORSO

  1. Italiano lingua Ufficiale  III [ Antologia]
  2. Greco Classico III[ Antologia]
  3. Latino Classico II I[ Antologia]
  4. Storia III  l’età contemporanea   : Dalla RivoluzioneBolscevica alla Guerra di secessione  fino ai giorni nostri]
  5. Filosofia III [ la filosofia contemporanea . Dal circolo divienna e carlo marx fino ai giorni nostri]
  6. Scienze Giuridiche : i Codici penali – penali militari ecivile nazionale italiano obbligatori ed internazionali
  7. Scienze Politiche : principi e Norme [ dallo statuto Albertinoallo staturo ONU ]


 

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE UMANISTICHE

PEGASO 1965 – BOXMODE:

Indirizzo Grecista


SAMI IV ANNO DI CORSO

  1. Italiano lingua Ufficiale  IV Tecniche di Scrittura : Prosa –Poesia – Atti amministrativi ]
  2. Greco Classico IV [ Tecniche di Composizione e linguaggioarcaico ]
  3. Latino Classico IV [ Tecniche  di Composizione e Linguaggio]
  4. Lingua straniera obbligatoria : Tedesco – Inglese o Russo-Grammatica
  5. Lingua straniera Facoltativa  .:Orientale  Grammatica[ Koreano– Cinese o Giapponese]


 

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PEGASO 1965 – BOXMODE:

Indirizzo Grecista


ESAMI II ANNO DI CORSO

  1. Italiano lingua Ufficiale  II [ Italiano Arcaico – DanteAlighieri]
  2. Greco Classico II [ Epica : Iliade ed Odissea]
  3. Latino Classico II [ Epica : eneide]
  4. Storia II [ il Medioevo]
  5. Filosofia II [ la filosofia dal medioevo al1800]


 

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE UMANISTICHE

PEGASO 1965 – BOXMODE:

Indirizzo Grecista


ESAMI V ANNO DI CORSO


  1. Italiano lingua Ufficiale  II Tecniche di Scrittura : Prosa –Poesia – Atti amministrativi ]
  2. Greco Classico II [ Tecniche di Composizione e linguaggioarcaico ]
  3. Latino Classico II [ Tecniche  di Composizione e Linguaggio]
  4. Lingua straniera obbligatoria II : Tedesco – Inglese o   Russo Epica et Antologia
  5. Lingua straniera Facoltativa  II.:Epica et Antologia [ Koreano– Cinese o Giapponese]
  6. Scienze Giuridiche : i Codici di Procedura  penali – penalimilitari – Amministrativi e civile nazionale italiano obbligatoried internazionali
  7. Scienze Politiche : Norme  Nazionali Italiane et USA  - NormeInternazionali [ Diritto Costituzionale Internazionale -  DirittoCostituzionale di Tutti i Paesi aderenti all’ONU]]

Editoriale

Dante Alighieri e la Divina Commedia

Dante Alighieri

Inferno CantoXIX

Cfr 105-108

"Di voi si accorse pastore il Vangelista

Quando colei che siede sopra l’acque

Puttaneggiar coi Regi a Lui fu Vista"


Numerose e discordanti sono le interpretazione che nei secoli cultori della materia hanno voluto dare alla storica opera prodotta dal Maestro Fiorentino. L’opera nota come Divina commedia è scritta in un italiano arcaico definito Toscano Fiorentino che oggi come i dialetti Napoletano, Siculo, Romanesco e Lombardo rappresentano minoranze linguistiche che meritano la loro Tutela come costituzionalmente sancito almeno istituendo delle accademie per il loro apprendimento e Studio.

Comunque l’opera del Dante si distingue da tante altre produzioni letterarie della Penisola Italiana per aver nei secoli generato non poche diatribe letterarie in confronto delle quali la questione omerica relativa all’epica greca rappresenta a dir poco un gioco letterario piuttosto che una diatriba.

La varietà dello stile letterario adottato dal Dante Alighieri inequivocabilmente lascia dedurre che trattasi dello stesso ed unico autore che produceva un opera colossale frutto di una oculata e spesso nascosta maturazione della persona Umana dell’Autore non scevro per le sue ideologie da persecuzioni per motivi religiosi.

Sicuramente conoscitore e cultore di testi sacri già dalla giovane età una ricostruzione cronologica degli argomenti trattati , cronologia più attendibile di quella fattibile per le opere omeriche, inducono a far risalire la produzione dell’Opera in una epoca inizialmente giovanile dell’Autore [ 21 anni di età] per poi far risalire il suo termine ad una età matura [ circa 40-45 anni] dell’Autore.

La rigida inquisizione Romana induce a presumere che l’opera a lungo sia stata mantenuta segreta dall’Autore e per le medesime ragioni difficilmente altri autori più spregiudicati del Dante avranno alterato il testo ed il contenuto dell’Opera.

Certamente l’autore nasconde, anche per rispetto dei suoi ispiratori dell'Opera se non commissionari docenti tra cui spicca la figura di Papa Giovanni XXI da Lui definito il Vangelista [ Cultore e docente dei vangeli ] , la sua predilezione per quella che ancora oggi viene considerata la religione ufficiale dello stato Italiano : Il Paganesimo.

Già dal suo primo disegno dell’opera da far risalire con certezza alla sua giovane età , nell'inferno egli riserva all'’Onorevole mondo Pagano il Limbo quale area del metafisico mondo etereo.

Dubbi sorgono circa l’epoca della stesura del resto dell’Opera ; non tutti sono concordi che al Purgatorio abbia fatto seguito il Paradiso e viceversa . Probabilmente l’Autore maturando e modificando il suo stile letterario , ma soprattutto munito di riservate e segrete informazioni che all’epoca non venivano facilmente divulgate neanche tramite i mass media consentiti dalle leggi [ Bandi Pubblici], ha effettuato delle modifiche e correzioni al testo al termine dell’opera.

Modifiche e correzioni che non traspaiono nell’inferno dove emerge , e probabilmente mai rinnegata dall’autore dell’opera, una spregiudicatezza e schiettezza dei sentimenti che trascinano l’autore nella indicibile metafisica e fantastica descrizione di un mondo ai confini della Realtà.

Forse come condiviso dai maggiori cultori della materia la chiave interpretativa di chi fu Dante, chi ha partecipato alla sua formazione dell’anima nei momenti sensibili della sua Giovinezza e certamente chi dovette per scopi didattico applicativi spingerlo alla produzione dell’Opera e quale contesto socio economico nonché etico ispirò il Dante , risiede proprio i quanto paragrafato in canto XIX dell’inferno [ cfr 105-108 ss] .

Numerose spesso vaghe e discordanti sono state date alla interpretazione di tale parte dell’Opera , ma lo Scrivente in poche righe cercherà di dirimere quelli che sono da considerarsi ormai millenari dubbi interpretativi.

Certamente per gli argomenti trattati nell’inferno Dante ha scritto l’Opera spesso riveduta e corretta da un docente [ Papa Giovanni XXI il Vangelista] il quale ancora doveva avere influenza psicologica sul suo discente in formazione.

Tutti gli argomenti sono da far risalire cronologicamente ad una epoca antecedente il compimento del 17^ anno di vita del Dante tanto è che numerosi cultori ritengono essere tale l’epoca dell’inizio della stesura per scopi esercitativi e  didattici.

Nel canto XXVIII dell’inferno si comprende che l’autore è giunto con idee ancora poco chiare allo studio del Corano, opera che secondo tradizione musulmana andava studiata solo da Profeti [ Uomini Sacri] dopo il compimento del 40^ anno di vita.

Ciò lascerebbe presumere che tale ultimo canto sarebbe stato composto dopo i 40 anni di età dal Dante, ma lo stile letterario spregiudicato e la scarsa comprensione della Figura del Maometto, probabilmente come presentata dall’Autore dal Suo Maestro Vangelista, inequivocabilmente lascia trasparire che trattasi di Giovane Pagano che vede offesa nell’Onore una Umanità perseguitata dal Maometto il quale aveva solo la colpa di cercare di conciliare mondo Cristiano e Paganesimo senza intercorrere nel pericolo di Scomunica.

Quanto paragrafato in canto XIX comunque non dovrebbe lasciare equivoci; Dante Alighieri allude inequivocabilmente ad una corruzione di costumi quale segnalata anche dal suo maestro Vangelista tragicamente morto certamente proprio in ordine a tale sua convinzione di quanto emerge da testi da lui studiati su opere originali scritte in ebraico.

Fu proprio papa Giovanni XXI che segnalò delle cancellazioni e delle pagine mancanti nel Vangelo di Giovanni relative al segreto della Eucaristia quale traspare invece più conclamato in altri vangeli .

Inequivocabilmente Dante allude anche al segreto dell’Eucaristia quale preannunciato, come insegnava il maestro vangelista, dal Giovanni Apocalittico in ordine alla fenomenologia behaviorale adottata dal Cristo quando, dopo aver fatto mollare la Zavorra della barca arenata, decide di raggiungere la riva sedendo ormai privo di zavorra sulle acque della bassa marea.

Infine il Dante si trasfigura nel canto XIX quando alludendo alla Apocalisse del Medesimo Vangelista riferisce della classica bestia dalla sette teste e dieci corna quale descritta antecedentemente nella mitologia pagana, orientale e musulmana .

Inequivocabilmente egli allude alla corrotta Roma imperiale rappresentata dai sette colli e dai 10 imperatori ed alla Simoniaca Roma cattolica [ dai sette sacramenti e dai 10 comandamenti] che spesso colludeva con la Roma Imperiale così come voluto e commissionato dal Cristo al Simon Pietro e così come da Egli proposto prima dinanzi a Malco e poi dinanzi ad Anna Sacerdotessa, Moglie di Alessandro Figlio di Caifa Sommo sacerdote offeso più volte nell’Onore dal Cristo..

Certamente tanto bastò all’epoca dei fatti per autorizzare il centurione Romano a schiaffeggiare il Cristo ed ai popoli diligenti guidati da Caifa a condannare un solo spergiuro che si era macchiato di atti di codardia piuttosto che cagionare in tempo di Guerra la Morte di tuti i popoli.

Tanto bastava allo spregiudicato Dante ed al suo Maestro Vangelista per condannare il Simoniaco Bonifacio VIII ad espiare le sue colpe presso tale sede dell’Inferno , il primo papa unanimemente condannato alla dannazione eterna senza possibilità di riforma in sede di Giudizio Universale


F.To Dr. Alessandro Finelli MD - PhD

Napoli 28 dicembre 2020

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