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Palazzo Finelli

 Giugliano in Campania 



Erroneamente il Palazzo Finelli di Giugliano in Campania viene considerato abbandonato e come tale divulgato da mass media sprovveduti e male informati. 

Il Palazzo Nobiliare ovvero Villa Padronale sita attualmente alla Via Guglielmo Marconi 34 ex civico 43 dal 1978 [ ut art 31c.1 d-e L. 457/78 etc..] sorge nel Locus Borbonico ancora oggi rubricato come vico delle Serpi per la notoria presenza di covo di vipere e di Serpenti non ancora estinti ma rari del genere del Cobra orientale. 


L’Immobile fu edificato presumibilmente tra il 1100 ed il 1300 d.c. epoca in cui le Famiglie borboniche militari francesi furono assoldate dai Regnanti Aragonesi per combattere e cacciare popolazioni arabe [ saraceni] che invadevano il territorio.

 

La tradizione del palazzo nobiliare vuole che la famiglia anche se spesso estinta nella stirpe paterna delle generazioni che si susseguivano fosse sempre dedita alle arti Militari e Sanitarie. Dal 1300 si sono susseguiti per discendenza diretta note famiglie borboniche che hanno sempre pacificamente anche governato il feudo ad essi assegnato che era quello di Giugliano ed Aversa . 


Dopo i Trotta si sono susseguiti i Minutoli i Cordona, i D’Aquino e poi i Colonna questi ultimi insigniti del Titolo di Vicerè dal 1495 fino al 1860 epoca della temporanea decadenza del regno delle Due Sicilie. Dal 1495 i Colonna di Giugliano reduci del solo Stefano si trasferirono a Roma in qualità di Vicerè dove amministravano i Castelli Romani e lo Scambio di intelligenze con i Regnanti di italia per la Maggiore parenti di Ferdinando II di Aragona e degli stessi Colonna [ i Farnesi Toscani ed i Visconti Lombardi questi ultimi imparentati con gli Asburgo regnanti di Austria ed Ungheria] . 


Fu Carlo VIII che nel 1495 a seguito di insurrezione contro Ferdinando II di Aragona fu costretto da Parigi a sedare la Sommossa popolare capeggiata dai Stefano Colonna con gli altri due Baroni Ribelli [ Farnesi e Visconti]. Motivo del dissidio di cui storicamente se ne trovano ancora tracce in Archivi fu la Volontà di Ferdinando II di Aragona di muovere Guerra ai Cugini Aragonesi di Sicilia e di Sardegna i quali non volevano riconoscere proprietà del RE e concedere accesso ai beni reali [ Palazzo dei Normanni] ai Baroni regnanti di cui le loro famiglie non avevano mai fatto parte. Inoltre quella fu l’epoca in cui Gli Aragonesi già propugnavano la costituzione del regno di Italia riconoscendo la proprietà dei feudi ai Nobili Borbonici che avevano combattuto contro gli invasori Arabi , operazioni militari a cui sempre si erano rifiutati di partecipare i cugini di Sardegna, Corsica e Sicilia. In quelle Circostanza fu proprio il fratello di Stefano Colonna capo dell’esercito Borbonico: il Famigerato e Leggendario Cavaliere Giostrante di cui la armatura conservata nella Reggia di Capodimonte ancora oggi , che si fece garante con 30 capi guerrieri o miliziani di recarsi Personalmente dai Cugini di Palermo con trattato di pace ovvero ratifica di dichiarazione di Guerra quest’ultima propugnata da Ferdinando II il quale li indignava anche per quanto sancito in testamento di Alfonso I di Aragona. 


Testamento che condannava all’esilio i nobili e regnanti che attentavano all’Unità del Regno e sua Espansione pacifica riconoscendo il diritto di successione ereditaria solo alle famiglie che avevano combattuto per tale scopo al fianco della sua discendenza in caso di sua estinzione [ Famiglie Borboniche come i Colonna Vicerè] . Il Cavaliere Giostrante famigerato Capo dell’esercito Borbonico partì con tale documentazione egli solo armato con provvigioni e tre Colombi della Storica colombaia del palazzo Finelli : Uno Bianco a suggellare l’avvenuta Ratifica del trattato di Pace , uno Nero per comunicare la Ratifica della dichiarazione di Guerra ed uno Marrone per comunicare eventuale imboscata . 


La ribellione e la sommossa popolare ebbe seguito al ritorno della colomba bianca prima e di quella marrone poi mentre mai più tornò il colombo Nero ed il contingente militare. Fu proprio Stefano Colonna che compresa la morte del fratello in una imboscata frutto di Alto Tradimento capeggiò la sommossa rinchiudendo tutti i miliziani [ circa 70 di 100] di Ferdinando II riuniti a Giugliano nel sottoscala del palazzo Finelli luogo di reclusione Militare ….. . Nel Contempo liberò dalla Piccionaia i Colombi marroni dei cugini Visconti di Milano dove esiste immobile [ San Giuliano Milanese] di medesima struttura Architettonica datato 1100 i quali a loro volta a staffetta tramite stesso vettore messaggero informarono Carlo VIII a Parigi . 


Questi venuto in Italia fu imprigionato da altri miliziani di Ferdinando II e liberato proprio da un esercito popolare rapidamente Formato proprio da Stefano Colonna di Giugliano in Campania . A seguito di tali gesta Carlo VIII a lungo propugnò la cessione del regno alla famiglia Colonna di Giugliano e di questo ne fece menzione anche nel suo testamento che ricalca quanto legittimamente ancora oggi ribadito e ratificato in disposizioni Testamentarie da Alfonso I di Aragona. A seguito di processo la Faniglia Colonna in ordine alle disposizioni testamentarie di Alfonso di Aragona decise spontaneamente di Lasciare il regno nelle mani di Ferdinando II la cui Stirpe non era estinta anche alla Luce della Ipotesi mossa da Ferdinando II che l’Uccisione del cavaliere Giostrante Presunta era stata Macchinata dalle Truppe del vaticano per alimentare il dissidio . Tale Ipotesi fu confermata dai cugini di Palermo che riferirono di aver sottoscritto trattato di Pace e solo dopo 200 anni ritrovarono e restituirono le spoglie e l’armatura del Cavaliere Giustrante col cranio Fratturato nelle Campagne del loro feudo amministrato . 


Stefano Colonna per ben tre volte ottenne per tali dichiarazioni di Ferdinando II confermate dai Cugini di Palermo il risarcimento dei danni tanatologici arrecatigli tramite liquidazione di tutto l’obolo di san Pietro dalla santa Fede incolpata, e per tre volte la Santa fede chiese Clemenza senza mai Ottenerla ragion per cui lo Stefano Colonna fu colpito per tre volte da Scomunica che ha suggellato nei secoli l’Astio e dissidi tra Regnanti Prettamente Pagani del regno di Napoli e cattolici Siculi e Sardi …… . 


Nel 1800 ritornato a regnare Ferdinando IV di Aragona e II di Borbone, a Giuglano era tornata per successione ereditaria collaterale la Famiglia D’Aquino insignita nel paese per le sue Doti sanitarie prime e Militari Poi . Fu proprio D’Aquino di Giugliano l’unico Fedele Capo dell’esercito Borbonico che riusci con i suoi fucili di Ultima Generazione a Respingere in Emilia Romagna l’esercito in Alto Tradimento di Giuseppe Garibaldi . Sembra che in Quelle circostanza la sconfitta e caduta del regno delle Due Sicilie ebbe ad aversi per l’Alto tradimento dei Farnesi Toscani i quali si rifiutarono di affrontare i Garibaldini memori anche dell’esecuzioni militari pretese da Ferdinando IV dei suoi due Fratellastri nati dalle seconde nozze di sua Madre Margherita di Borbone con il Regnante dei Farnesi . 


Le condanne furono ottenute per Alto Tradimento del Regno ed attentato alla Sua Corona con diffamazione aggravata di infermità di mente quale propugnata dalla santa fede per aver Ferdinando IV riguadagnatosi la benevolenza popolare a seguito della Reistituzione della Festività Pagana della Piedigrotta, bandita con editto su volontà della Santa Fede da suo predecessore. 


La famiglia D’aquino di Giugliano era insignita anche per il Fratello del Condottiero noto Medico e probabilmente il primo scopritore, come nei suoi manoscritti pubblicò, della efficacia clinica benefica dell’acqua di pozzo arricchita di penicilline dalle muffe nel trattamento delle temibili e mortali polmoniti batteriche che spesso decimavano la popolazione di Giugliano in Campania. Sembra che proprio i suoi manoscritti giunti nelle mani di Alexander Fleming abbiano dato adito alla ricerca scientifica che dopo 100 anni dalle sue osservazioni ha portato alla scoperta , produzione ed utilizzo degli antibiotici [ La penicillina primo Ab scoperto di comprovata efficacia clinica nelle infezioni polmonari batteriche ] 


Comunque dopo la Caduta del Regno la famiglia nobiliare discendente dei Colonna mai si è piegata al regno dei Savoia in ordine a quanto sancito dai Testamenti Storici di Alfonso di Aragona e Carlo VIII di Borbone. Questo è costato gravi persecuzione alla famiglia reale ed ai suoi fedelissimi coloni; la Famiglia Vespa di Aversa per la maggiore trapiantata a Roma nelle colonie Romane di Stefano Colonna …… 


Anche la Villa Padronale Finelli di Giugliano in Campania viene dai Savoia lasciata in proprietà ai discendenti dei Colonna ma degradata a immobile colonico a seguito di rifiuto al titolo Nobiliare di Colomba D’Aquino Colomba D’Aquino la sorella minore del noto Sanitario e del Comandante [Maresciallo Maggiore] dell’esercito Borbonico sposò Emilio Mario del Pezzo noto architetto del paese e parente delle famiglie Persico e Pagano noti architetti ed ingegneri del regno Borbonico. Dal Loro Felice matrimonio travagliato dalla caduta del regno nascono Marino [1894] – Vincenzo [1896] e Maria [ 1898] del Pezzo , Marino Del Pezzo ha un solo figlio Mario Emilio Ingegnere che diventa dirigente a Roma della SIP [ ramo Telecomunicazioni ] Vincenzo del Pezzo reduce di Caporetto non lascia eredi mentre Maria del Pezzo si sposa col Cavaliere Alessandro Finelli Proprietario Terriero dell’Avellinese e Beneventano nonché [classe 1889] vittorioso Commendatore a Caporetto e Trento; diplomato in ragioneria e laureato in Giurisprudenza nonché Armatore nella Missione Militare in Etiopia e Cavaliere del Lavoro negli anni 70. 


Onorificenza Conferita dal Presidente della Repubblica Giovanni Leone come Finanziatore di uno dei primi 10 PIL Agricoli Nazionali Italiani . Dal Connubio tra Maria Del Pezzo ed il Cavaliere Commendatore Alessandro Finelli nascono 12 eredi legittimi : Flora [1914] – Colomba [1917] - Ada [1919] – Antonio[1922] – Guido [1924]– Aurelio [1926] i Gemelli Mario et Giuseppe [1929] – Livio [1930 ] - Lucio [1932] Rita [1934] Lina [1937] Il Palazzo Borbonico Finelli fu restaurato nel 1852-53 dai D’Aquino per mano degli Architetti Del Pezzo e mai abbandonato infatti fu nuovamente restaurato nel 1961 dopo la morte di Maria Del Pezzo dal Coniuge Commendatore Cavaliere Alessandro Finelli . 


Successivamente alla scandalosa fuga d’Amore della figlia Rita nel 1961col Colono Vespa figlio di Roberto Vespa morto probabilmente Suicida a seguito di fallimento della azienda agricola il Cavaliere Alessandro Finelli si trasferisce di residenza a Napoli alla Via Petrarca . Non ha mai voluto contrarre altro matrimonio dopo la perdita della Amata Nobile Donna di cui lascia in eredità i beni : con vitalizio la colonia agricola di Aversa al figlio Primogenito Antonio in liquidità doti nella misura del quadruplo dell’intero patrimonio giacente suo e della consorte alle Figlie Flora – Colomba – Rita anche se giudicata indegna e Lina . Dopo la morte presunta violenta del Vespa Marito della Rita [Infarto avvenuto prima di suicidio per impiccagione] essendo già deceduta prematuramente la Figlia Rita per male Oscuro ritorna a Giugliano e riprende in mano le redini della azienda agricola data in Vitalizio al Figlio Antonio ma colonia dei Vespa . 


Dopo lunghe traversie giudiziarie quando gli orfani Vespa vengono dati in affidamento a ministri del culto e non al Figlio Antonio né a Finelli Guido – Livio –Lucio et Ada all’epoca celibi e nubile muore nel 1976 lasciando come eredi legittimi del patrimonio e del palazzo Finelli i Figli Superstiti e non Liquidati Guido – Giuseppe - Livio – Lucio et Ada con menzione di Restituzione e conferimento per collazione per la Figlia Flora già defunta ma di cui non era stato messo al corrente sopraggiunta la sua tarda età. Dopo la Morte dello Zio Vincenzo ereditano soltanto Finelli Ada et Livio per opinabili volontà testamentarie . 


Alla morte di Marino del Pezzo succede per la sola parte del palazzo sede della Piccionaia il figlio Mario Emilio del Pezzo il quale ultimo cede nel 1993 la proprietà a Giuseppe – Livio et Ada Finelli . Nel 1979 et 1986 Finelli Giuseppe – Livio et Ada con Guido Liquidano il Finelli Lucio [ ex art 805 c.c.] con la somma di oltre 2 miliardi di vecchie Lire Italiane. Dopo la Morte di Finelli dr. Giuseppe Medico Chirurgo Specialista in Cardiologia, Anestesiologia e Chirurgo Otorinolaringoiatra, dell'avvocato Guido, del prof. dr. Livio Medico Chirurgo specialista in Malattie Infettive, Cardiologia, Igiene Generale e Speciale e libero docente in Malattie Tropicali, dell'avvocato Guido nonchè della sig.na ottuagenaria Ada, eredi Legittimi risultano soltanto i successori Legittimi di Finelli dr. Giuseppe ovvero il Medico specialista in Chirurgia Generale e dottore di Ricerca in Microchirurgia Dr. Alessandro Finelli. 


Comunque il Palazzo Finelli mai dimenticato, è stato dal 1961 fino al 2001 sempre puntualmente restaurato e mantenuto a totali spese del Dr. Finelli Giuseppe reale successore del de cuius Cavaliere e commendatore Alessandro Finelli . Ancora oggi il Dr. Alessandro Finelli Chirurgo Generale risulta erede legittimo e proprietario dell’immobile per successione ereditaria della Famiglia Colonna gia nota alla Santa fede per lo schiaffo di Anagni a papa Bonifacio VII . 


Fu nel 1200 infatti proprio la Famiglia Colonna , banchieri e possessori del tesoro del regno delle Due Sicilie consistente nei lingotti di oro frutto delle conquiste Aragonesi e Borboniche, che condannarono il pontefice per Simonia ed ottennero la restituzione dell’Oro di cui si era impossessata la santa fede con tale reato e crimine di guerra. Dopo la Scomunica del Giacomo Colonna detto Sciarra da parte del pontefice fu proprio la nota famiglia di banchieri che ottene per la prima ed unica volta nella storia la condanna del pontefice al pagamento della imposta canonica …… Il Palazzo come da tradizione nobiliare è dotato di servizio sanitario ed area per l’esercizio di attività amministrativa mentre intatto è rimasto il locus necessario per ricoverare i reclusi come legge militare borbonica comanda : loci adatti ad indurre disorientamento temporo spaziale del condannato giudicato socialmente pericoloso .




Napoli 18 Maggio 2021 

Pubblicato su Simple Site 

F.to Dr. Alessandro Finelli MD - PhD 

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Tesi Conseguimento di Diplomi Federali 

Istruttore Tecnico Taekwondo Olimpionico

 e Giudice di Gara -X Dan 

Allenatore 1^ Grado Giovanile Pallavolo 

Allenatore 3^ Grado Nazionale Pallavolo 


" Effetti dell'attività sportiva sulle fasi sensibili 

delle capacità motorie evolutive in età Giovanile" 



Introduzione 


Di recente abbiamo assistito ad un crescente interesse alla pratica dello sport di pallavolista e\o Taekwendoka con un notevole incremento statistico degli adolescenti ovvero di individui sia di sesso maschile che femminile di età compresa tra i 10 ed i 17 anni (cadetti - allievi e\o juniores) i quali vengono avviati al gioco o meglio allo sport della Pallavolo e\o delle Arti Marziali . Senza addentrarci sugli aspetti socio culturali nonché storici che potrebbero far sorgere perplessità ,circa tale trend, dai risvolti giuridico- bellico ]21-24] e psicologici [2-3-6-13-14]del fenomeno; bisogna affermare che questa tendenza presuppone la conoscenza approfondita dei parametri fondamentali che diversificano il giovane dalla Persona adulta i quali si avvicinano alle attività sportive agonistiche e non agonistiche. Quanto sopra deve essere il giusto orientamento dell’ allenatore per la selezione e dunque il reclutamento degli atleti in formazione nonché la guida per un corretto allenamento finalizzato a dare significato umanitario allo scopo delle gare che essi si accingono ad affrontare nel corso della fase dello sviluppo psicofisico dell’individuo . Una corretta metodologia, che deve essere cardine dell’approccio pedagogico sportivo dell’ allenatore, risulta la condicio si ne qua non per un armonica maturazione degli adepti verso quella disciplina con cui si potrà con certezza costruire i futuri campioni laddove ne sussistono le attitudini psico fisiche . 


Materiali e Metodi 


Tale elaborato, inteso come relazione tecnico motivata del candidato finalizzata al conseguimento del diploma di allenatore federale, verterà sulla disamina di quanto è stato oggetto delle lezioni di corso di allenatore dei docenti incaricati dalla federazione nazionale, nonché sulla lettura recensiva del manuale del suddetto corso di formazione ed infine della bibliografia citata in allegato alla presente trattazione [1-24]. Discussione Il candidato laureato in Medicina e Chirurgia c\o l’Università degli studi di Napoli Federico II ma già pallavolista dall’età di 10 anni o meglio dal 1975 sicuramente non può non considerare nel corso della trattazione dell’argomento il suo vissuto di atleta in formazione prima e di atleta professionista poi, militante in squadre Campane quali il Domenico Padula ( juniores under 18- II divisione – I divisione – serie C2 - B [ A3]).


Volere della casualità intesa come fato o meglio della τυχη( greco = sorte) ha fatto sì che il corso frequentato dal cadidato scrivente si sia tenuto c\o palestra dedicata all’istruttore ed allenatore del relazionante. Ivan Merigioli che tanto contributo ha dato alla pallavolo sia campana che nazionale italiana costruendo campioni che hanno come il Giovanni Errichiello raggiunto le mete più ambite per un atleta.pallavolista. 


Gli insegnamenti del Merigioli rimarranno indelebili nella mente di tutti quanti lo hanno avuto come istruttore nelle fasi sensibili dello sviluppo sportivo del proprio vissuto di atleta. Ma cosa si intende per fase sensibile delle capacità motorie di un atleta in formazione al giorno di oggi ? Quanto già ancestralmente descritto da storici relativamente alla selezione , formazione e preparazione bellica dei giovani dai tempi della guerra tra Sparta ed Atene e nel contempo quanto già sentito e scientificamente comprovato da oltre trenta anni anche dal pionieristico Merigioli c\o centro di avviamento allo sport dei VVF di Napoli c\o Caserma Domenico Padula di Napoli, si riconoscono nelle fasi evolutive dello sviluppo psicosomatico del giovane avviato alle attività sportive delle fasi sensibili o meglio dei momenti strategici durante i quali fisicamente e\o psicologicamente il giovane atleta presenta maggiore e\o minore attitudini ad una formazione armonica del proprio fisico od una acquisizione basilare di tecniche sportive specifiche od aspecifiche in ordine alla disciplina sportiva praticata. 


Gli autori riconoscono durante lo sviluppo ontogenetico extrauterino dell’atleta delle fasi statiche e delle fasi dinamiche ; le fasi dinamiche sono proprie dell’età prepuberale mentre le fasi statiche possono far equiparare il giovane sportivo all’atleta in età postpuberale ma mai all’individuo adulto. Si tiene a precisare che il lavoro svolto dall’ allenatore non può essere sortito da successo se addirittura non dovesse diventare nocivo per il giovane atleta, la sua famiglia e l’intera collettività se non viene inquadrato in un contesto sociale di largo raggio in cui bisogna vedere coinvolti un team che non può essere ristretto allo staff tecnico della palestra frequentata da allievo ed allenatore ma deve essere esteso all’intero contesto sociale impegnato nella istruzione ed educazione del giovane. Se non si vogliono patire disastri sociali che poi comportano l’allontanamento dell’allievo dalla disciplina sportiva che inizia come attività ludica integrativa , e tale dovrebbe rimanere anche nell’atleta professionista agonista formato, ovvero un ritiro dalla disciplina sportiva da parte dei suoi genitori se non un procedimento giudiziario civile e\o penale a carico dell’allenatore ed istruttore di Arti Marziali bisogna sensibilizzare l’intero ambiente, inteso come microcosmo nel quale si opera la formazione in fasi sensibili del giovane atleta. 


Il fattore ambientale, definito generico, si associa a quello specifico legato al substrato antropometrico e psicologico dell’allievo nel giocare da variabili ora dipendenti (casuali e dunque continue) ora indipendenti e dunque manipolabili (non casuali e dunque discrete) dall'allenatore - Istruttore ed altri , un ruolo chiave per il raggiungimento dello scopo : la formazione di campioni professionisti agonisti o campioni dilettanti non agonisti socialmente integrati in una società democratica moralmente sana e dunque Umana , nella maggior parte dei casi come professionisti laureati. Da qui la grande responsabilità materiale e morale dell’ allenatore che spesso in talune fasi statiche dello sviluppo sensibile del giovane atleta diventa il suo Tutor Carismatico che può anche prevaricare su quel ruolo educativo che svolgono ambiente familiare – scolastico e sanitario da cui è circondato l’allievo. Dunque l’ allenatore per raggiungere tale obbiettivo di carisma senza degenerare nel plagio che potrebbe distogliere l’allievo da ugualmente umani obbiettivi educativi della famiglia e dei docenti scolastici coadiuvati dai loro sanitari di fiducia ( medico curante), deve sempre porre in primo piano l’obbligo di collaborazione professionale soprattutto con educatori scolastici dell’allievo ma primo fra tutti con il sanitario di fiducia che deve certificare l’idoneità psicofisica alla pratica sportiva non agonistica del giovane. Se da un lato il lavoro risulta facilitato da quanto dichiarato in introduzione ovvero dalla diffusione della pratica sportiva di pallavolista soprattutto in ambiente scolastico ove oggi non esiste infrastruttura priva di impianto sportivo atto alla pratica di tale disciplina d’altro canto problemi insorgono con la collaborazione del professionista sanitario impegnato nell’assistenza e controllo dei percentili di crescita del giovane atleta ovvero il supervisore di uno sviluppo armonico dell’individuo in fase evolutiva. 


Proprio tale sanitario dovrebbe pilotare l’allenatore al che gli obiettivi strategici siano conseguiti e certamente la recente normativa che regolamenta in materia di assistenza sanitaria pediatrica non favorisce il raggiungimento di tale obiettivo quando ammette il passaggio del giovane dall’assistenza pediatrica all’assistenza medico generica a partire dagli anni 6 di età e non più dai15 anni di età. La cura del fattore dietetico ed il maniacale controllo delle curve dei percentili di crescita ( peso \ altezza) tramite apposite tabelle di contingenza risultano quelle variabili statisticamente significative per il conseguimento di risultati scientificamente rilevanti in materia, nonché un onere a carico del sanitario di fiducia a cui tecnicamente non può adempiere con successo il Medico di Medicina Generale convenzionato col s.s.n. laddove invece può facilmente permettersi tale assistenza su larga scala il sanitario specialista convenzionato per la Pediatria Generale. Una appropriata dieta , una corretta integrazione idro salina del giovane atleta ed in casi specifici o selezionati il ricorso ad integratori dietetici giuridicamente ammessi sicuramente rendono più facile il lavoro dell’allenatore di un allievo pallavolista durante le sue fasi sensibili delle capacità motorie evolutive . [ 1-7- 10-15-16-18-19] 


Le fasi sensibili di cui sopra vengono dunque definite statiche e\o dinamiche, Le fasi sensibili dinamiche determinate da fattori specifici non manipolabili per lo più geneticamente determinati (caratteri biocostituzionali ed antropologici del giovane pallavolista e\o taekwondoka , assetto tireometabolico, assetto glucido, protido e lipidometabolico etc…) e da variabili ambientali indipendenti (dieta, clima, inquinamento ambientaleetc….)si vengono a concretare nei periodi dell’accrescimento dell’apparato locomotore dell’allievo; tali variabili inesorabilmente comportano anche una parallela evoluzione organica degli altri apparati ed una maturazione psichica dell’individuo il quale impara ad adattarsi nelle sue evolute ma modificate nuove dimensioni corporee. Tutto ciò comporta quelle modificazioni degli atteggiamenti comportamentali dell’atleta che si concretano con una maturazione della Personalità sportiva. L’atleta in tali fasi impara a conoscere e definire le sue potenzialità ed i suoi Limiti. Ruolo determinante svolge in tali fasi quello dell’allenatore il quale deve far comprendere all’allievo che è il momento di non farsi sconfortare dagli insuccessi tecnici di apprendimento ed applicazione ma è necessario curare lo sviluppo armonico del corpo dell’atleta. [14-17] Le fasi statiche sensibili delle capacità motorie evolutive invece sono quei momenti di quiescenza dell’accrescimento biosomatico del giovane atleta ; sono queste le fasi che maggiormente affascinano allievo ed allenatore che vivono una sorta di simbiosi psicologica tra le due icone di quello che non va considerato né un circo equestre né una fossa per gladiatori ma un Impianto Sportivo dove si costruiscono Campioni : Il Campo di Pallavolo e la pedana delle Arti Marziali.. 


In tali fasi evolutive l’allenatore e l’allievo devono intensificare quelle operazioni di apprendimento ed istruzione delle tecniche di gioco pallavolistiche ed arti marziali . Il successo è assicurato ; l’allievo non ha disturbi dell’attenzione [3-6-13] , è concentrato perché ormai coordinato nelle sue nuove dimensioni corporee, non ha disturbi dell’apprendimento avendo imparato e consolidato i suoi nuovi assetti ergonomici anzi ha una grande volontà di apprendimento e di competizione che vanno soddisfatte con confronti in gare giovanili ufficiali [2]; ricorderà per tutta la vita gli insegnamenti dell’allenatore e tutto ciò svilupperà in essi grandi Capacità Ideative. D’altro canto l’allenatore vede crescere in maniera esponenziale il suo giovane atleta temporaneamente costruito che diventa come una punta di diamante di un gioiello prezioso dalle sei alle dodici brillanti stelle in zaffiro. I suoi sforzi, se ha ben lavorato, vengono ripagati . Nel corso delle fasi sensibili sia statiche che dinamiche l’allenatore deve lavorare considerando le seguenti 4 costanti definite capacità motorie evolutive dell’allievo: 


1. Forzaveloce dell’atleta 

2. Resistenza 

3. Motilitàarticolare 

4. Coordinazionemotoria 


Dopo la pubertà o meglio quando l’allievo ha raggiunto i 15 anni di età si assiste ancora ad una fase sensibile ormai stabile che dura fino al compimento del 17^-18^ anno di età . Durante tale periodo l’allenatore dovrà curare una quinta capacità motoria evolutiva del giovane atleta che ancora non può essere considerato adulto 


5. Forza massima 


La forza veloce dell’atleta va intesa come la capacità motoria del giovane in età evolutiva di compiere movimenti rapidi e veloci a discapito della potenza fisica. Si sfruttano le capacità elastiche dell’apparato locomotore proprie delle fasi sensibili dinamiche quando l’allungamento delle ossa lunga a livello delle cartilagini di accrescimento non consentono all’atleta di usufruire di una ottimale coordinazione motoria e motilità articolare. La resistenza invece è quella capacità motoria dell’età evolutiva che consente all’atleta giovanile , preferibilmente in condizione di aerobiosi ovvero senza effettuale un lavoro che lo mandi in debito di ossigeno e dunque in acidosi lattica , di resistere allo sforzo fisico e dunque di migliorare la propria performance cardiorespiratoria. Soprattutto nelle fasi sensibili dinamiche la resistenza deve essere praticata in condizioni di aerobiosi in quanto uno stress anaerobico produrrebbe uno stato di acidosi lattica muscolare la quale equivale al deleterio danno che potrebbe arrecare una attività sportiva con cui si favorisce la cosiddetta forza massima quale capacità motoria . Tale attività sportiva deleteria comporta ipertrofia muscolare con prevalenza della contrazione muscolare ipotonica da accorciamento funzionale dei muscoli su quella isometrica senza accorciamento funzionale del muscolo ad ostacolo meccanico della ipertrofia, della iperplasia e corretta ossificazione delle cartilagini di accrescimento e dunque dell’armonico e fisiologico accrescimento osseo ed articolare del giovane atleta. [5- 8-9 -11-12-20] 


La resistenza come la forza veloce sono dunque quelle capacità motorie evolutive che l’allievo allenatore deve con prudenza, perizia e diligenza curare adottando una strategia di allenamento personalizzata e concordata per il singolo atleta giovanile.[8-11] La motilità articolare è quella capacità motoria evolutiva in ordine alla quale il giovane pallavolista riesce a compiere regolari escursioni funzionali delle articolazioni impegnate nel gesto atletico sportivo (palleggio – schiacciata – battuta- ricezione o bagher - muro ) Tale capacità motoria evolutiva e strettamente collegata alla quarta successiva capacita motoria meglio definita la coordinazione dei movimenti. 


La coordinazione motoria infatti va considerata quella capacità motoria dell’allievo pallavolista che gli consente di compiere movimenti coordinati nel tempo e nello spazio così da poter raggiungere una perfetta precisione in quelli che sono considerati i gesti atletici più impegnativi tecnicamente nella pratica sportiva della pallavolo (Schiacciata ed alcune tecniche di battuta) . 


La motilità articolare e la coordinazione motoria sono quelle capacità motorie evolutive che in simbiosi tra loro fanno da gemellaggio, nelle fasi sensibili statiche dell’età evolutiva, con la capacità di apprendimento della tecnica pallavolista. Sono queste le capacità motorie che con l’ausilio di quanto geneticamente determinato dall’orologio biologico dell’allievo l’allenatore diligente deve con perizia ossessiva curare e sfruttare al meglio. Soltanto sfruttando al meglio tale fase sensibile con una attività sportiva che deve divertire , accanire ed agguerrire, e perché no, anche azzardare il giovane allievo….. un allenatore di categoria può costruire un campione pallavolista che potrà ambire, se lo vuole, a prestigiosi traguardi agonistici senza mai più allontanarsi per tutta la vita da quella sana, formativa ed umana disciplina sportiva non per vilipendio chiamata PALLAVOLO e\o TAEKWONDO.. [8-11] 


Breve cenno merita quella capacità motoria evolutiva definita forza massima la quale viene curata dall’allenatore che si trova ad operare su giovani atleti i quali adulti ancora non possono essere considerati né giuridicamente, né biologicamente né cronologicamente ( under 18 Juniores) . 


La forza massima è quella capacità motoria di compiere attività sportive in condizioni di anaerobiosi prima ed aerobiosi poi con cui si ottiene ipertrofia muscolare e potenziamento fisico di un atleta che ormai ha raggiunto il suo definitivo sviluppo staturale . Il risultato talune discipline sportive , come il nuoto e le arti marziali, lo conseguono svolgendo in condizioni di anaerobiosi gli stessi esercizi tecnici ed atletici che caratterizzano la cura della forza veloce come capacità motoria. 


Per la pallavolo la questione risulta un poco più costosa , così come per quasi tutte le altre discipline sportive in cui si gareggia con l’utilizzo di una sfera , in quanto necessita una sala attrezzi per eseguire attività di pesistica finalizzata ad un armonico sviluppo di quella parte dell’apparato locomotore ( i muscoli ) maggiormente impegnato nei gesti atletici di gara o meglio di competizione sportiva. [4] 


Conclusioni 


Per concludere possiamo affermare che gli obiettivi del corso come quelli del presente elaborato sono stati conseguiti con significativa rilevanza. Il candidato ha dimostrato di avere raggiunto livelli ottimali di conoscenza della materia trattata e studiata comunque alla stregua di un substrato socio culturale che a pieno titolo gli consente di meritare il conseguimento del diploma di ALLENATORE ed Istruttore ma che nel contempo gli consentirà di praticare con Padronanza l’Arte e la Professione di Allenatore e\o Istruttore per successivamente ambire al conseguimento di Superiori livelli e gradi di Allenatore e\o Istruttore Agonista. . 


Bibliografia 


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9. Margaria R. : FisiologiaMuscolare e Meccanica Del Movimento .Est Mondadori pp. 49-55 1975 

10. Marzatico F., Benzi G.: IlRiequilibrio Idro-Salino Nello Sport .Atletica Studi , 2: 143-156.1988

11. Meinel K., Teoria delMovimento S.S.S. -.Roma 1984 

12. Morehouse L.E., Miller At.,Fisiologia dell’esercizio . Il Pensiero Scientifica – Roma 1978 

13. Piscitelli V.: Attenzione:Definizione e Psicologia . Enc Med Ital. II Uses Firenze 1973 

14. Scarselli S.: Allenamento eBioinvalidità Atletica . Med.Sport 38:57-60, 1985 

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17. Tschiene P.: La Strategia Dell’allenamento Giovanile. Atletica St(3-4): 7-1511985 

18. Turchetto E. : Recenti Acquisizioni Sugli Acidi Grassi Essenziali Con Particolare RiguardoAll’azione Dell’acido Alfa Linoleico Sulla Retina e Le Vie Ottiche.. Rassegna Inter. Med. Sport- (2) 1-5 1986 

19. Turchetto E, Veronesi C., :Scelte Nutrizionali Protettive Degli Xenobiotici . Atti Congresso-Aspetti Medici Dell’endurance pp. 72-88 Pisa 1988 

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22. Convenzione Internazionale -Assemblea Generale Nazioni Unite - New York 4 Dicembre 1989 

23. Legge 210/1995 (Artt 1-8) 

24. D.leg.vo n 43/1948 


DrAlessandro Finelli MD - PhD 

Napoli 18 febbraio 2022 

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Commento Grand Prix 2022 Roma Taekwondo 


Tale evento sportivo nella pagina del sito dedicata al Taekwondo meriterebbe certamente molto più spazio ed apertura a commenti tecnici piuttosto che sociali e politici-

Lasciatoci alle spalle il Covid 19 spregiudicatamente utilizzato da tiranni governanti italiani come quelli orientali alla stessa stregua con cui nel passato gli aragonesi reprimevano con la peste bubbonica sediziose sommosse popolari e con la influenza spagnola i Savoia pilotavano il coefficiente demografico del neostato italiano addentriamoci nella limitata trattazione di un evento sportivo il quale all’insegna degli Dei Pagani e delle Uri orientali si è svolto nel Pagano Foro Italico in Roma. 

Con Gran Rammarico lo Scrivente cultore di tale arte marziale non ha potuto assistere all’evento da vicino per vicissitudini ed impegni professionali e/o privati , per quanto considera la meravigliosa e pagana città di Roma da sempre frequentata con stima ed amicizia, non sede meno competitiva della Reale Napoli per ospitare tale evento. 

Ci si limiterà a commentare le finali dei combattimenti della categoria dei 57-58 Kg maschile e femminile essendo queste storicamente per il Taekwondo le più spettacolari ed ambite . 

Cominciando al femminile, per diritto di galante prelazione, bisogna osservare che per volontà imperiale più dei sorteggi che dei combattimenti la finale si è svolta a sorpresa tra la intramontabile Taekwondoka Britannica Jade Jones e la giovane rivale Cinese di categoria. La Jones lasciava desumere dopo la rimonta spettacolare in semifinale contro la rivale statunitense che avrebbe avuto supremazia competitiva e agevole vittoria contro la giovane ed inesperta atleta cinese . 

Invece l’incontro a sorpresa ha visto soccombere la più esperta guerriera britannica dinanzi alla lucida determinazione della inesperta Cinese; certamente la differenza sulla pedana nel combattimento la ha fatta la differenza delle leve di terzo tipo che gli arti inferiori delle due Taekwondoka hanno messo a disposizione della loro tattica e strategia di combattimento.

Diversamente dalle aspettative la Bretone, come non nelle sue abitudini guardinghe e di wait and see , forse per diversi ordini ricevuti dal suo coach, ha adottato una strategia di iniziativa di attacco . I suoi 57 kg x 167 cm di altezza contro i 180 cm circa della cinese certamente hanno giocato un ruolo chiave nelle sorti del mach finale , ma pecche tecniche della bretone vanno segnalate onde evitare che tale prestigiosa e dotata atleta scenda dal meritato podio ancora prima che l’età glielo imponga. La Jade è solita combattere mantenendo la guardia sinistra come i combattenti mancini e questo le facilita un guardingo combattimento di difesa quale obbligatorio quando si affrontano avversari più alti . 

Questo è il segreto che ha visto sempre vittoriosa tale atleta contro avversarie più alte ma spesso più dotate tecnicamente come quelle spagnole e statunitense . Lo scrivente per la prima volta ha visto combattere la Jones contro avversaria orientale tra l’altro selezionata per tale categoria stranamente tra quelle di razza caucasica like con Habitus Marfanoide. 

Tali atlete difficilmente riescono a portare colpi frontali [calci frontali ap ciki e\o bada ciki girato a semiluna 45^] potenti e precisi mentre soprattutto se l’avversario li attacca da distanza ravvicinata riescono a portare a segno ciki [attacchi con gambe] frontali da tre punti al caschetto.

La Jade dovrebbe sapere bene che tali pericolosi avversari non vanno attaccati per strategia di combattimento ma galvanizzati dando loro possibilità di iniziativa e cercando di sorprenderli indietreggiando fino al margine dell’area di combattimento [ angoli possibilmente] inducendoli ad un cambio di guardia. 

Nei loro confronti si mantiene sempre la guardia invertita [ cosiddetta guardia specchio del taekwondoka] e non li si attacca mai con Tail Ciki [DWI Ciaki coreano o colpo della coda del drago ] passando sotto le loro alte leve ma sferrando dagli angoli della pedana mortali Tail Ciki al caschetto [ quasi sempre con KO fisico dell’avversario] sfruttando il loro cambio di guardia ed elevandosi in sospensione verticale ……. la proiezione anteriore della avversaria completerà il gioco strategico per ottenere KO fisico o almeno tecnico [5pumti + 1 Gam Geon per caduta: totale 6 punti] dell’avversario spesso reso già esausto dalla sua strategia di attacco. La Jones tra l’altro ha sempre avuto combattimento facile contro avversarie più alte ma spesso, soprattutto contro le statunitensi, ha avuto fortuna tendendo essa a sferrare colpi abbassando parecchio il suo baricentro in Tail Ciki e calci laterali tali da favorire una esposizione del corpetto con i sensori a contrattacchi avversari ; inoltre tende a colpire le avversarie come una atleta longitipa ovvero senza irrigidire i pugni [ vedi Tecnicas de la concentracion]e molleggiando sulla leva di terzo tipo che vede nell’anca il fulcro di una forza centrale del ginocchio esercitata contro una resistenza portata sul piede. 

Abbassando il suo baricentro in numerosi Tail Ciki, senza irrigidirsi e bilanciarsi con i suoi pugni e sul fulcro della Leva di terzo tipo la Jones ha reso facile la supremazia delle lunghe leve della combattente cinese la quale facilmente ne ha ottenuta efficace destabilizzazione con ripetute rovinose cadute al tappeto semplicemente spingendo con ciki sul labile ovvero instabile baricentro della Jade [ Anca di rotazione e\o cintura] . 

Inoltre la Jones ha peccato di lucidità quando non ha saputo comprendere che la tattica da Lei adottata era incontrastabilmente inefficace e come tale andava subito modificata con concentrazione e determinazione anche se gli iniziali punti di vantaggio della cinese rendevano più problematica la strategia Wait and See.

Diverso è stato il combattimento in finale di categoria 57-58 Kg maschile. Inaspettatamente e storicamente in finale per tale prestigiosa categoria è arrivato un Taekwondoka Tunisino contro l’atteso rappresentante Koreano ….. . 

Anche il Koreano inaspettatamente per tale categoria non è stato selezionato tra i velocissimi orientali di biotipo costituzionale basso [ Brachitipo] : anche il Tunisino poteva contare sul suo alto baricentro e lunghe leve; pertanto nelle attese c’era uno spettacolare combattimento . In vero il combattimento senza storia non ha favorito un grande spettacolo quale nelle attese soprattutto dal lato del Tunisino che soprattutto nel secondo round perso 10 ad uno non ha retto alla spietatezza dei colpi del sorprendente velocissimo Coreano portati dall’alto delle sue leve. 

Tre colpi [ciki] da distanza ravvicinata portati al caschetto del Tunisino per collezionare 9 magici punti che si aggiungevano ad un punto di penalità a carico del tunisino ; come nel primo round il tunisino non è riuscito neanche a sfiorare i sensori del caschetto e corpetto coreano ma è riuscito soltanto a racimolare pochi punti di penalità a carico di uno spietato e velocissimo atleta Koreano. 

Complimenti come sempre alle scuole tradizionalmente storiche Koreane del Taekwondo che con tale evento ci hanno saputo sorprendere ed insegnare quanto valga il combattimento di sorpresa in tale arte marziale ovvero l’eclettismo tecnico e tattico di tale sport ed arte di contro allo stereotipato tatticismo tecnico frutto di soventi biosomatiche razziste selezioni tecniche degli atleti di altri paesi che offrono la loro disponibilità a competere per i colori delle loro bandiere. 


Napoli 5 Giugno 2022 

F.To Dr. Alexander Finelli MD-PhD 

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